Un’attrice d’altri tempi
- Gazzetta del Landi
- 29 apr 2020
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La vita di una star di Hollywood non è sempre perfetta e felice come molti credono, infatti i grandi successi vengono spesso accompagnati da periodi bui.

Questo è il caso di Vivian Mary Hartley, o meglio conosciuta con il nome di Vivien Leigh. L’attrice, che ha avuto una lunga carriera ma una vita breve, nasce a Darjeeling, in India, il 5 novembre 1913 da una famiglia britannica, che al momento della sua nascita si trovava nel continente asiatico per via del lavoro del padre.
Vivien fa la sua prima apparizione sul palcoscenico all’età di soli tre anni, recitando in un gruppo teatrale a cui partecipava anche sua madre; è proprio quest’ultima ad averle trasmesso anche l’amore per la letteratura, narrandole storie di autori come Lewis Carroll.
Negli anni Trenta, finita la propria istruzione, Vivien manifestò un grande desiderio di diventare un’attrice, tanto che si iscrisse alla Royal Academy of Dramatic Art a Londra. In quello stesso periodo conobbe l’avvocato Herbert Leigh, con cui decise poi di sposarsi. Da questo primo marito, nel 1933, ebbe una figlia, Suzanne. Herbert non condivideva la passione per lo spettacolo della moglie, tanto che le chiese di dedicarsi ad altro e quindi di congedarsi dall’Accademia. Ma la giovane ed ambiziosa Vivien non ascoltò suo marito e cominciò a seguire i corsi di recitazione. Nel periodo successivo affrontò, con tutto l’entusiasmo possibile, i piccoli ruoli che le furono assegnati, fino ad arrivare al 1938. Questo è proprio l’anno in cui fece il provino per il colossal “Via col vento”, perché affascinata dal popolare romanzo di Margaret Mitchell da cui è tratto il film. I suoi occhioni verdi e la sua carnagione chiara, oltre che le sue grandi doti recitative, riuscirono a farle ottenere il ruolo dell’iconica Rossella O’Hara (in inglese Scarlett), riuscendo anche a superare attrici ben più note in quel tempo, come Katharine Hepburn e Bette Davis. Grazie all’interpretazione di Rossella, considerata da alcuni una delle migliori di tutti i tempi, Vivien viene ufficialmente consacrata, ottenendo un’immediata notorietà in tutto il mondo; infatti il suo volto sarà per sempre ricordato ed associato alla bella protagonista del capolavoro di Victor Fleming. La sua intensa interpretazione non le portò solo tanta fama, ma anche un grande plauso dalla critica e molti riconoscimenti, tra cui anche un Premio Oscar per la migliore attrice nel 1940. Ma lavorare sul set di Via col vento non fu rose e fiori, per via soprattutto del cambio di regista e delle frequenti liti con Clark Gable, suo co-protagonista. Ma oltre a questo, gli intensi ritmi di lavorazione sul set sette giorni su sette e spesso anche di notte furono causa di forte stress per la Leigh.
Negli anni Quaranta Vivien si sposò nuovamente con Laurence Olivier, da lei considerato il suo vero e grande amore. Nel corso di questi anni Vivien Leigh volle riconfermare il suo successo fra il pubblico americano, facendo il provino per “Rebecca, la prima moglie” di Alfred Hitchcock, ma fu rifiutata a causa del minore entusiasmo per il ruolo. Cercò di prendere parte anche nel film “Orgoglio e pregiudizio” ma fu di nuovo scartata. Nel 1944 recitò nella pellicola “Cesare e Cleopatra”, le cui riprese furono disastrose per l’attrice, la quale cadde ed ebbe un aborto spontaneo. Quest’avvenimento la portò a cadere in una depressione mostruosa e ad acuire i suoi disturbi bipolari, dei quali soffriva già da tempo, e in più in questo periodo Vivien comincia ad abusare di alcool.
Nel 1948 lei e suo marito Laurence fecero una tournèe nel continente oceanico, durante la quale Vivien cominciò a soffrire di problemi di insonnia che le fecero abbandonare il palcoscenico per una settimana. Fu proprio da questo viaggio che il rapporto tra i due coniugi comincia a deteriorarsi.
Alla fine degli anni Quaranta Vivien cercò di ottenere la parte di Blanche Dubois nella produzione teatrale di “Un tram che si chiama Desiderio” (infatti Vivien era più che altro un’attrice di teatro). Per questa rappresentazione la critica si divise in due: da una parte c’era chi la considerava troppo “classica”; mentre dall’altra i critici che ne furono estasiati. Nel 1949 Vivien venne scritturata per interpretare Blanche anche nella versione cinematografica dell’opera, accanto a Marlon Brando e diretta da Elia Kazan. L’interpretazione della fragile e sensibile Blanche fu a dir poco memorabile tanto che l’attrice ricevette il suo secondo Premio Oscar nel 1952. Ma in un certo senso questo ruolo segnò la sua “fine”, perché Vivien instaurò un legame inscindibile con il suo personaggio che lentamente la condusse alla follia da cui poi non ne uscì più.
Il resto degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta segnarono la decadenza di Vivien a causa del suo bipolarismo. Ci sono stati sia successi che episodi depressivi negli ultimi anni della sua vita, fino ad arrivare all’8 luglio 1967, giorno in cui Vivien morì a Londra all’età di 53 anni per via di una tubercolosi mal curata.
Si dice che i dottori che la videro poco prima della sua morte le chiesero se ricordasse il suo nome e lei rispose: “Ma certo! Il mio nome è Blanche Dubois!”. Questa fu la fine di una delle più grandi star di Hollywood.
Successivamente alla sua morte, Vivien venne classificata al sedicesimo posto nella lista delle più grandi star femminili di tutti i tempi dall’American Film Institute.
Giorgia Morelli
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