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  • Immagine del redattoreGazzetta del Landi

IL LANDI AL "FESTIVAL MONDIALE DELLA CREATIVITA' DELLA SCUOLA"



Salve a tutti, nelle scorse settimane la mia compagna di classe Clotilde Colaiacomo ha fatto visita presso il teatro Ariston. Siccome non ci sono mai stato ed essendo abbastanza curioso, volevo sapere come ha vissuto quest’esperienza e perciò le ho fatto qualche domanda:

Come è stata l’esperienza di salire sul palco dell’Ariston ?

Io mi sono esibita al Casinò di Sanremo, dove solitamente si svolge il Festival di Sanremo. L’emozione di poter mostrare ad una giuria il lavoro svolto per mesi era tanta con la giusta dose di agitazione, non avendo avuto occasione, secondo regolamento, di poter fare una prova completa dello spettacolo su quel palco.


2. Quale è stato il momento più emozionante ?

Il momento più emozionante da attrice è stato quando sono entrata all’interno del teatro del Casinò di Sanremo, sede storica del celebre Festival. In quel momento, ho preso consapevolezza dell’importanza dell’esperienza di quel giorno, avendo l’opportunità di presentare un prodotto teatrale frutto non solo della compagnia teatrale della scuola, ma anche di tutti quegli studenti che hanno lavorato dietro le quinte, nei mesi precedenti alle prove, sia alla stesura e all’adattamento dei testi scelti che componevano la rappresentazione, sia ai costumi e al trucco. Un’occasione per portare la creatività di tutti noi studenti fuori dal territorio veliterno.



3. Qual è stato invece, il momento più difficile?

I momenti di maggiore difficoltà si sono verificati durante le entrate e le uscite di scena. La più grande problematica riscontrata è stata relativa alle dimensioni del palco, che era molto ampio in larghezza e le due entrate laterali sul palcoscenico distavano alcuni metri l’una dall’altra (quasi come il corridoio del piano terra della nostra scuola, dove si trova il laboratorio di fisica). Gli oggetti di scena (ad esempio i cerchietti che ho indossato) non si trovavano sempre dietro la stessa quinta del palcoscenico. Per questo motivo, ad ogni cambio scena, ho dovuto correre dietro il fondale, da un estremo all’altro, per indossarli, rispettando le pause di breve durata tra la recitazione di un testo e l’altro, cercando al contempo di nascondere e controllare il fiatone.




4. Come è stato il rapporto con gli altri studenti/attori ? Ci sono stati momenti di tensione?

Il rapporto con i miei “colleghi” è stato ottimale, poiché avevamo tutti lo stesso obiettivo comune: portare in scena la nostra miglior performance. Mentre provavamo lo spettacolo nel viaggio in treno, abbiamo continuato a rivedere le nostre parti finché non abbiamo avuto la certezza di poterci coordinare alla perfezione tra una battuta e l’altra, sia quelle individuali che in coro. Ciò ha instaurato tra di noi il giusto rapporto di complicità e fiducia indispensabile per affrontare la competizione con la giusta sicurezza. L’unico momento di tensione che ho sperimentato è avvenuto ad inizio spettacolo, quando dovevo sistemarmi nel punto prefissato per iniziare l’esposizione del racconto assegnatomi (il viaggio della matita Grafito), mentre il coro eseguiva una coreografia che occupava l’intero palco. Temevo di far inciampare qualcuno o di impedire loro di concludere la coreografia nel camminare in linea retta al centro. Per fortuna ciò non è accaduto, grazie alle ragazze del coro, che nel vedermi arrivare, hanno lasciato il corridoio centrale libero.



5. Che cosa ti ha lasciato quest’esperienza ?

Questa esperienza mi ha lasciato oltre a tantissimi bei ricordi - vissuti sia nella performance che nei momenti di pausa - anche una capacità di controllo dei movimenti e dello spazio che mi circonda, che mi aiuteranno a sviluppare una comunicazione efficace con qualsiasi altra persona con cui mi confronterò in futuro, che sia questo un amico o un collega. Inoltre, l’ambiente creativo in cui mi sono trovata immersa, in un contesto così informale rispetto a quello scolastico, è stato di grande aiuto per l’espressione della mia parte caratteriale più estroversa, aiutandomi in quel percorso di esplorazione del proprio Io che ogni giorno, anche inconsapevolmente tutti noi affrontiamo.




Nikita Milavanau

Emanuela Verde

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