“Il viaggio”
- Gazzetta del Landi
- 12 apr 2023
- Tempo di lettura: 6 min
Il viaggio degli studenti del Landi verso la culla della democrazia, alla scoperta degli antichi fasti di una città eterna.
Venerdì 17 Marzo si è concluso il viaggio di istruzione ad Atene durato cinque giorni, a cui hanno partecipato diverse classi dell'istituto: terze e quarti. Certamente è stato un viaggio all’insegna della riscoperta dell’antico e di uno dei popoli più influenti della storia occidentale. È stato però un viaggio che ha anche creato un ricordo, permettendo di fissare un periodo, un momento, che nella vita futura verrà visto con felicità e rimpianto. E per mantenere questo ricordo vivo e fissarlo per sempre viene scritto questo articolo, dove verranno ripercorsi i momenti salienti del viaggio, grazie al quale, verrà data la parvenza di esserci a chi non c’è stato, e a chi c’è stato di esserci ancora.
Il tutto è iniziato lunedì 13, alle ore 6:30, davanti all’istituto Ugo Tognazzi a Velletri, dove ci siamo tutti radunati, dopo aver salutato genitori e amici, abbiamo preso il nostro autobus e ci siamo diretti a Fiumicino dove, fatto il check in e evitati incresciosi problemi, ci siamo imbarcati sull'aereo che ci avrebbe portato ad Atene, con un volo assolutamente tranquillo. Una particolarità del volo sono state le disposizioni dei posti a sedere casuali, cosa che ha permesso ad alcuni di fare nuove amicizie. Sbarcati ad Atene abbiamo incontrato la nostra guida, Athena Cristiana: donna gentile e disponibile, formatasi come archeologa, ci avrebbe guidato per tutto il viaggio. Non appena usciti dall'aeroporto ci siamo messi in autobus, la prima di molte volte, e ci siamo rapidamente diretti a Capo Sounion, dove abbiamo visitato il tempio di Poseidone a strapiombo sul mare, con una vista suggestiva sul Egeo e su Maratona. Prima dell’arrivo al tempio ci è stata raccontata la storia di Teseo ed il padre Egeo, il quale, dopo l’inganno del figlio che non aveva cambiato le vele, facendo di conseguenza credere al padre di essere morto per mano del Minotauro, si buttò nel mare dandogli il nome. Al ritorno dal sito ci è stato invece raccontato, come Teseo riunì i villaggi dell’attica fondando Atene che ora conta circa cinque milioni di abitanti, ed è qui dove infine arrivammo. Arrivati nell’albergo, ci siamo riposati nelle nostre stanze e, dopo aver cenato, siamo usciti nelle strade della città dirigendoci verso un locale non lontano. In questo locale alcuni hanno mangiato e molti si sono divertiti ballando. Nell’andare e tornare non abbiamo potuto far altro che constatare una cosa: le strade di quella che doveva essere una delle città più popolose d’Europa era vuota, e i soli abitanti nelle strade erano mendicanti, spacciatori e prostitute. Non si può tralasciare di dire che l’atmosfera era quasi tetra. Abbiamo potuto quindi vedere quanto fosse manifesta la situazione di crisi in cui la Grecia versa. Ritornati in albergo ci siamo fatti prendere da Morfeo.


Il secondo giorno ci siamo svegliati e, fatta colazione, ci siamo diretti verso l’Acropoli di Atene, vedendo, durante il tragitto in autobus, diversi edifici neoclassici come l’accademia di Atene e il circo. Una volta arrivati all’Acropoli siamo entrati e la guida ci ha parlato della storia del sito, dei templi al suo interno ed in particolare del Partenone, ovviamente, costruito sotto l’età di Pericle. Nell’Acropoli ci sono diversi templi: i Propilei, il tempio di Nike, il tempio dedicato ad Atena e Poseidone ed infine il Partenone, costruito dopo che il precedente fu distrutto dai persiani, che saccheggiarono l’intera città, oltre al tempio e all’acropoli, durante la seconda guerra persiana. Dopo aver girato liberamente il sito siamo scesi dall’Acropoli e ci siamo diretti verso il Museo dell’Acropoli, dove abbiamo visto i reperti lì ritrovati, e le famose Cariatidi, che precedentemente ornavano l’omonima loggia. Dopo la visita al museo, il gruppo si è separato in gruppi più piccoli e si è fatto un giro delle zone circostanti al museo, dove si è mangiato cibo tipico e visitato i negozi. Infine ritornati a piedi in hotel, dopo il debito riposo e ristoro, ci siamo diretti in una sorta di discoteca, dove anche qui tanti hanno ballato e dato libero sfogo alla loro età.


Il terzo giorno è iniziato presto. Avevamo una metà importante ed un lungo viaggio da affrontare, il viaggio per Delfi. Delfi era una città dotata di teatro e stadio, ma soprattutto era un grande complesso di templi sui quali primeggiava il tempio di Apollo: questo era un lungo tempio dedicato al dio Apollo al cui interno si trovavano la pitia e il tesoro del tempio, tra i più grandi della Grecia. Arrivati al sito pioveva, instancabilmente, e per questo abbiamo visitato prima il museo di Delfi, con la speranza che all’ uscita il tempo si sarebbe rasserenato, cosa che però non è accaduta. Nel museo abbiamo visto varie sculture e timpani che prima abbellivano i vari templi del sito, ed abbiamo visto anche il celebre auriga, scultura in bronzo di epoca romana. Usciti dal museo, abbiamo visitato la Delfi vera e propria, ridotta ormai in rovina, ma che, con la pioggia e la salita, ci ha regalato un’atmosfera particolarmente affascinante. Salendo verso l’alto la guida si è fermata al tempio di Apollo, ma molti sono saliti più su per vedere il teatro mentre i più arditi son saliti ancora più in alto per vedere lo stadio, da dove si poteva ammirare tutto il sito e le valli circostanti ed il mare. Ridiscesi calpestando le molli orme degli antichi siamo risaliti in autobus e ci siamo fermati a pranzo in un ristorante vicino, dove abbiamo assaggiato alcune particolarità culinarie del posto, le quali però si possono ridurre a tre piatti tipici: formaggio locale (feta), moussaka e gyros. Tornati in albergo verso sera, non siamo usciti e ci siamo riposati in vista del giorno successivo e del viaggio verso una celeberrima città: Micene.



Il quarto giorno, come il terzo, è iniziato presto. Dopo la colazione siamo subito partiti alla volta di Micene, e dopo una breve sosta al canale sull’istmo di Corinto, siamo giunti alla famosa città, o almeno a ciò che ne resta. Prima però ci siamo fermati al teatro di Epidauro, il più grande teatro della Grecia, che poteva contare 17.000 mila spettatori ed ancora oggi è utilizzato per feste e manifestazioni. La nostra guida, approfittando del teatro, ci ha letto un passo di una tragedia greca e ci ha raccontato la storia di Agamennone e Clitennestra, la quale uccise il marito per stare con l’amante Egisto e poi fu uccisa dal figlio Oreste che vendicò così il padre. Qui abbiamo potuto testare e vedere con le nostre orecchie l’ottima acustica del teatro. Tranne che per una guardia, il teatro era in sostanza incustodito e lasciato a se stesso, mentre meriterebbe una maggiore tutela e salvaguardia. Arrivati a Micene, siamo saliti verso la sommità colpiti dalla pioggia, mentre la guida ci raccontava della storia della città e delle varie strutture che lì si trovavano, passando da un granaio, poi a un posto di guardia fino ad una pubblica piazza. Dalla sommità, abbiamo visto ciò che resta del palazzo reale. Micene si erge su di una collina dalla quale si domina la vallata sottostante e si può anche controllare il porto, il che significa una sola cosa: commercio. Micene era un’importante città, non troppo grande entro le mura, con importanti rapporti commerciali con la civiltà minoica sull’isola di Creta. Dopo aver visitato le rovine, abbiamo potuto ammirare un paio di tombe a tholos, di quelle che si vedono nei libri, con il corridoio frontale e la stanza circolare sorretta da una falsa cupola. Infine siamo saliti in autobus e siamo tornati per l’ultima volta in albergo. La sera siamo usciti per assaggiare, per l’ultima volta, le notti ateniesi. Anche questa notte come le altre: deserta, silenziosa, che lasciava quasi un senso d’inquietudine e l’amaro in bocca.


Il quinto giorno iniziava come gli altri, ma era diverso: era l’ultimo. Dopo la colazione ci siamo preparati e abbiamo lasciato per l’ultima volta quell’albergo, dove spesso avevamo trovato riposo e riparo. Siamo risaliti in autobus e ci siamo diretti verso il museo nazionale di Atene. La visita di questo museo è risultata però, al contrario delle altre, alquanto tediosa, forse perché tristi per la partenza e la fine del viaggio o forse impazienti di riabbracciare la patria natia. Fatto sta che dopo la visita del museo ci siamo subito diretti verso l’aeroporto. Dopo aver sbrigato tutte le faccende riguardanti l’imbarco ed esserci effettivamente imbarcati, eccoci sul aereo verso l’Italia perché si possono dire tante cose, ma casa è, e sarà sempre casa. Arrivati a Fiumicino, siamo un’altra volta saliti su un autobus e ci siamo diretti là dove tutto era iniziato.



articolo: Ceraldi Flavio
fonti: Ceraldi Flavio
foto: Ceraldi Flavio
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